di Liberadestra
Cittadinanza ai figli degli stranieri nati in Italia dopo un
primo ciclo di studi: un “fatto di civiltà”, afferma Matteo Renzi in queste ore dalle
prime pagine dei quotidiani. La proposta, presentata come prodotto dell’ala
renziana del Pd (“ne discutevamo da tempo”, afferma orgogliosamente Orfini) in
realtà ha ben poco di originale. Autore
della proposta concreta del passaggio dallo ius
sanguinis (cittadinanza del bambino è quella dei genitori, indipendentemente
da dove nasce) allo ius soli (cittadinanza
del bambino è quella del paese dove nasce) seppur “temperato” dal possesso di
alcuni requisiti come aver completato un ciclo di studi, è stato Gianfranco
Fini nel 2009. Una proposta presentata e discussa pubblicamente in più sedi, a
partire dai lavori condotti dall'allora Fondazione Farefuturo presieduta da
Fini con la Fondazione ItalianiEuropei di Massimo D’Alema. Una posizione
d’avanguardia per l’universo culturale del centro destra di allora, che gridò
pubblicamente allo scandalo, accusando Fini di essere diventato di sinistra.
Gli stessi che oggi da un lato tacciono (forse perché al governo?) e dall’altro
manifestano insieme alla Lega di Salvini al grido “Via gli immigrati
dall’Italia”. Apprendere che “solo” dopo
cinque anni, il Governo recupera idee e
proposte politiche altrui, fa ben sperare per il cammino di crescita di un
paese. E il fatto che ci sia la
convergenza di opposti schieramenti
proprio su un tema come questo, un paese serio deve considerarlo un
segno di maturità e non un “inciucio”.
Però, caro Renzi, la prossima volta, almeno cita la fonte.
Nessun commento:
Posta un commento