di Liberadestra
Abbiamo dunque
scoperto che anche nel
lontano e tranquillo Canada opera una "fabbrica di estremisti".
L'attacco al Parlamento da parte di un canadese convertito all'islam è un evento che lascia sgomenti e che
produce insicurezza al di là del, pur gravissimo, fatto in sé. Forse emergerà o forse no che l'attentatore era
collegato a una centrale terroristica. Ma anche l'ipotesi del gesto isolato non
è meno inquietante di quella dell'attacco pianificato sulla base di una atroce
strategia del terrore. I "cani sciolti" del Jihad sono un fenomeno
diffuso da tempo e sono perfettamente in linea con il carattere nichilista del
nuovo radicalismo terrorista. Non è d'altronde azzardato immaginare che
l'orrore mediatico diffuso dai video dell'Isis abbia svegliato l'istinto
criminale dell'estremista di Ottawa.
Anche i "cani sciolti" del terrore sono parte del
nuovo tipo di guerra globale che si è mostrata al mondo l'11 settembre del
2001. E' la guerra senza obiettivi strategici definiti se non quello di
adulterare abitudini e sistemi di vita, di produrre insicurezza cronica, di
suscitare reazioni incontrollate. E' una sorta di "psico-guerra"
nella quale gli obiettivi possono essere ovunque. Possono essere un Parlamento,
un'ambasciata, come anche una metropolitana oppure una pacifica manifestazione
popolare, come accaduto nell'attentato, lo scorso anno, alla maratona di
Boston.
Siamo entrati nell'epoca delle "guerra senza
limiti", come dal titolo del celebre trattato di polemologia di Qiao Liang
e Wang Xiangsui. "La guerra senza limiti - ha scritto Fabio Mini nel
saggio La guerra spiegata a... - si
pone l'obiettivo di demolire la forza intellettuale di un avversario
spingendolo oltre i limiti morali e mentali, costringendolo a compromettersi
innanzi tutto sul piano etico". Le provocazioni contro Roma e contro
l'Occidente dell'Isis non sono ad esempio "propaganda", ma parte
integrante della "guerra".
E' un nemico nuovo e insidioso. "Le democrazie
occidentali - paventa Massimo Gaggi sul Corriere
della Sera - possono trovarsi davanti a un bivio: accettare un alto livello
di vulnerabilità o agire come regimi polizieschi contro estremisti giudicati
pericolosi pur senza reati". Se si arrivasse a un punto simile,
l'Occidente democratico e liberale subirebbe una grave sconfitta. La nostra
società non deve finire tra Scilla e Cariddi. La sicurezza deve rimanere parte
integrante della democrazia, deve continuare a marciare con il suo stesso passo.
Anche il miglioramento della
qualità della vita sociale può diventare una risorsa strategica contro il
terrore. E fa riflettere il fatto che l'attentatore di Ottawa aveva precedenti
per droga.
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