Un pallido centrodestra asseconda Renzi pigliatutto
di Aldo Di Lello
Uno strano attacco di accidia, una incomprensibile
rassegnazione sembrano in questo momento attraversare il campo del centrodestra
(o di quel che ne rimane). Dall'Ncd alla
Lega e a FdI, passando ovviamente per Forza Italia, non giungono segnali di
riscossa. Inerti, confusi, minimalisti, tutti assistono senza colpo ferire al
tentativo renziano di trasformare il Pd nel partito pigliatutto della politica
italiana. L'idea del premier-segretario è quello di
un partito a vocazione "maggioritaria", capace cioè di raccogliere
consensi trasversali, sia in senso politico sia in senso sociale. "Il Pd -
ha spiegato Renzi nel corso dell'ultima Direzione - deve essere un
partito che si allarga. Reichlin lo ha chiamato il partito della nazione. Deve
contenere realtà diverse". Più che un "partito della nazione" (il
quale dovrebbe partire da un grande progetto per l'Italia), quello di Renzi
appare in verità un partito idrovora, sostenuto dall'affabulazione del leader e
dal senso di emergenza diffuso nella nostra società.
Si può certo osservare che, quello
renziano, potrebbe rivelarsi un sogno velleitario. E ciò per le contraddizioni
che reca al suo interno, non ultima la corrente di dissenso che monta a sinistra,
nel partito e tra la tradizionale base sociale del Pd. Il partito renziano
potrebbe insomma fare la fine del rospo delle fiabe, che si gonfia a dismisura,
per poi esplodere, alla prima
difficoltà.Ma non è questo il punto. Il punto è
che il progetto renziano è oggi favorito dall'atteggiamento rinunciatario del
centrodestra. Non risultano ad esempio pervenute,
al di là della scontata polemica su
questo o quel punto, proposte alternative e di ampio respiro alla legge di
stabilità varata dal governo. E dire che gli argomenti non mancherebbero, a partire dagli effetti
potenzialmente nefasti del (perverso)
combinato disposto tra l'anticipo del Tfr in busta paga e la stangata fiscale
sui fondi pensione. Al solo scopo di fare cassa e di appesantire (comunque
leggermente e comunque con i soldi dei lavoratori) gli stipendi, il governo non
esita a danneggiare le pensioni integrative, che rappresentano la speranza
previdenziale per le giovani generazioni. E ciò dà la misura della scarsa
visione strategica, della povera idea dell'Italia e del suo futuro, che il
renzismo trionfante sta oggi dimostrando. Un centrodestra con cultura di
governo annuncerebbe una grande battaglia su questo punto. Ma dove la pulsione alla resa da parte
del cdx (in particolare di Forza Italia) diventa palese è nella vicenda della
legge elettorale. Renzi intende passare dall'Italicum a un provvedimento fatto
su misura per il suo Pd a "vocazione maggioritaria". Il premio di maggioranza verrebbe infatti
attribuito, non più alla coalizione bensì alla lista. Ebbene, se l'Ncd ha già
dato il suo ok con Alfano, neanche FI sembra contraria. I capigruppo, Brunetta
e Romani, hanno posto solo una questione di "metodo" , mentre
dall'entourage di Berlusconi filtra una sostanziale approvazione. E' proprio
vero, come dicevano gli antichi, che gli dèi accecano quelli che vogliono
perdere. Perché consegnare in questo momento tale legge a Renzi , equivale a
consegnargli di fatto, e chissà per quanto tempo ancora, le chiavi del Paese.E neanche la fragorosa
"opposizione" della Lega
(partito che tutti i sondaggi designano in crescita) può impensierire
Renzi. Anzi. Proprio la recente manifestazione anti-immigrati di Milano
dimostra che l'obiettivo del Carroccio è quello della protesta sterile, che non
si trasformerà mai in cultura di governo. Xenofobia e anti-Europa sono oggi il
mix perfetto per rimanere in eterno all'opposizione. Così, per la gioia del
leader Pd, assisteremo - come già peraltro stiamo assistendo -
all'"epica" sfida tra Salvini e Grillo per conquistare il cuore
dell'Italia più impaurita e rancorosa.Se non cambia qualcosa, se il
centrodestra nel suo insieme (e la destra in particolare) non ritrovano il
gusto di tornare a essere trainanti per l'Italia politica, la voglia di
riconquistare i ceti perduti e gli elettori delusi, il desiderio di essere
credibile forza di governo, se non accade tutto questo, il renzismo colorerà a
lungo il nostro futuro. Chi non si rassegna a una simile prospettiva deve dirlo oggi con chiarezza. E a voce alta.
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