mercoledì 15 ottobre 2014

Fini: daremo voce ai cittadini delusi

Gianfranco Fini torna a spiegare i motivi della sua scelta di tornare a fare politica attiva. A L’Aria che tira, su la 7, il presidente di Libera Destra ha spiegato: “Per me la politica è ancora una cosa seria. Il ragionamento che faccio sul centrodestra parte dalla condizione attuale. Negli ultimi due anni ha perso qualcosa come 11 milioni di voti. Ci vogliamo chiedere il perché? Ecco – prosegue Fini -, chi sta culturalmente e politicamente nel centrodestra non deve chiedersi con quali partiti saremo alleati domani o chi farà il candidato premier, ma perché questi elettori non ci hanno più votato e capire gli errori. Prima di rispondere su alleanze e candidature, dobbiamo trovare risposte ai problemi drammaticamente concreti”. Il presidente di Libera Destra fotografa la situazione a destra: “Mettiamo il caso si vada a votare domani con qualunque legge elettorale. Bene – si chiede Fini -, quale elettore del centrodestra rinnoverebbe la fiducia alle forze politiche attualmente in campo? C’è chi difende il Governo, chi lo considera una iattura, chi dice usciamo dall’euro, chi invece siede tra i banchi del Partito Popolare europeo. Insomma, una torre di Babele”. In merito alla prossima iniziativa di fine giugno, Fini ribadisce: “Alla fine del mese di giugno convocherò un’assemblea aperta, non rivolta al ceto politico, non invito i miei ex colleghi, ma ai cittadini che vogliono sapere cosa il centrodestra vuol fare. Intendo fare assemblee autofinanziate - da questo punto di vista, Grillo ha insegnato qualcosa a tutti -, perché la politica è partecipazione”. Fini risponde anche delle polemiche scaturite subito dopo l’annuncio del suo ritorno in campo. “Non mi interessano nulla, delle polemiche sollevate da Libero e il Giornale me ne infischio. Dicano quel che vogliono. Io devo parlare agli elettori, non m’importa di rispondere alla Mussolini o di parlare dei tacchi a spillo della Santanché. O torniamo a discutere di cose concrete – come corruzione, giustizia, riforma del lavoro, immigrazione; temi sui quali il centrodestra è sparito – o il centrodestra non vincerà più per i prossimi vent’anni. Il centrodestra oggi è interessato a tutti, tranne che ai temi concreti, ai contenuti”. Poi precisa: “Io non ho scomposto il centrodestra, io sul tema legalità ho detto a Berlusconi che quello che mi chiedeva non l’avrei mai fatto, cioè accorciare i tempi di prescrizione dei reati. Su queste cose non transigo”. Fini spiega anche l’insuccesso elettorale di Futuro e Libertà. “Soltanto chi fa può sbagliare; una partita la si può anche perdere, a condizione di averla giocata a testa alta, perché se credi nella legalità poi arriva un momento in cui non puoi far finta di non vedere ciò che ti sta attorno. A tutti quelli che mi hanno chiesto ‘ma chi te l’ha fatto fare?’, io ho risposto ‘per le stesse ragioni per le quali, a 17 anni a Bologna, mi sono iscritto al Movimento Sociale: perché credevo in alcuni valori, che allora erano i più scomodi’. E poi in politica si fa quel che si ritiene giusto, non quello che è utile”. “Io ho cominciato a porre alcuni problemi e tutti mi dicevano ‘sei matto’; bene, quei problemi sono diventati per il centrodestra laceranti qualche anno dopo. Ho le mie responsabilità – ammette Fini -, infatti a differenza di altri diffido da chi dice che la colpa è sempre degli altri. Ho fatto degli errori, certo. Un esempio è l’alleanza con Monti e Casini che si è rivelata un errore capitale, perché lì non c’era più nulla dell’idea di destra che avevo animato nel corso del momento magico di Alleanza Nazionale”.

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