mercoledì 15 ottobre 2014

Nozze gay, l'inutile circolare di Alfano in campo

di Goffredo Milite Un risultato, la circolare del ministro Alfano che invita i sindaci a non trascrivere le nozze gay contratte all'estero, l'ha sicuramente ottenuto: quello di permettere al sindaco di Bologna, Virginio Merola, di parafrasare Garibaldi consegnando alla storia il suo altisonante "Io non obbedisco". Ma va' là! Epperò la pronuncia del prode Merola è risuonata come uno squillo di tromba per altri primi cittadini d'Italia, che si sono immediatamente mobilitati contro il responsabile del ministero dell'Interno ricoprendolo di contumelie. E' scesa in campo anche l'Anci, che con Piero Fassino ha lanciato un vero e proprio ukase al governo: "Non si possono affidare a ordinanze prefettizie competenze che la legge riconosce in capo agli enti locali". In un giorno è andata in fibrillazione anche la maggioranza con lo scontro paraideologico tra Ncd, da un parte, e Pd, dall'altra. Tutti sono corsi dietro ai rispettivi stendardi e hanno scatenato la solita tempesta in un bicchier d'acqua. Alla fine, lo stesso Alfano ha esposto a tutti le ferite ricevute in "battaglia" : "Mi sono visto tirare addosso una quantità di insulti e di aggettivi di una violenza inaudita". Ma chi gliel'ha fatto fare? Perché andare a cercarsi lo scontro su un nervo scoperto e su una materia quanto mai infiammabile? In realtà, il tema delle unioni omosessuali in sé non sarebbe poi così politicamente scabroso come è in Italia. Altrove viene affrontato con maggiore serenità e secondo le sensibilità e la cultura di ciascun Paese. Solo in Italia è il pretesto per mimare, sia da un parte sia dall'altra, una sorta di "guerra di religione". Se Alfano voleva fare una cosa saggia, avrebbe dovuto, proprio in qualità di ministro dell'Interno, sollecitare le forze politiche a regolare finalmente la delicata materia, all'insegna del buon senso e del rispetto dei diritti delle persone. Invece ha preferito la strada dello scontro. Come mai? A pensar male, come diceva Andreotti, si fa peccato ma ci si azzecca quasi sempre. E' probabile che nella scelta di dare battaglia ai laicisti arrabbiati abbia influito il fatto di essere leader dell'Ncd, partito in difficoltà politica e in calo di consensi (stando almeno ai sondaggi). Che c'è di meglio in questi casi , per ottenere un po' di visibilità, che eccitare le contrapposte tifoserie e indossare la tuta da combattimento? E probabilmente che , in tale scelta, abbia influito anche la plateale discesa in campo di Francesca Pascale, compagna di Berlusconi, in favore delle nozze gay, una iniziativa che avrà certamente suscitato un po' di sconcerto in una parte dell'elettorato di FI. Perché non approfittare della situazione di difficoltà del partito concorrente? Alla fine tutto rimarrà come prima. Ma la politica italiana poteva risparmiarsi questa ennesima giornata di ordinaria isteria.

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