mercoledì 15 ottobre 2014

Fini: «La destra riscopra l'ideale dell'Europa nazione»

Il quotidiano online IntelligoNews ha pubblicato un'intervista a Gianfranco Fini che noi riproponiamo di seguito.
di Fabio Torriero
Gianfranco Fini è tornato a parlare e a seminare. Liberadestra, la sua associazione intende esserci, intende fornire alla politica e non solo, idee per il futuro. E l’ex presidente della Camera, vuole ripartire da dove tutto è iniziato: la destra nel centro-destra che verrà, il patriottismo repubblicano, l’Europa nazione: profumo di tradizione e di nuovo. Un giudizio su Renzi, reggerà o è un altro governo di annunci e di transizione, che poggia sulle nomenklature (in primis, quella del Pd) che tutto divorano? Da sinistra farà cose di destra? E poi, ha la colpa di aver nuovamente resuscitato il Cavaliere? «Per alimentare il mito della sua “velocità“ contrapposto alla palude politica, Renzi sa di dover correre su un filo sottile che può spezzarsi improvvisamente. Ha però ben capito che i suoi avversari, non solo quelli esterni al Pd, hanno più paura di lui delle conseguenze della caduta del governo. Il premier ha inoltre ben chiaro che i provvedimenti simbolo su cui ha investito (riduzione del cuneo fiscale e riforma della Costituzione) non sono di destra o di sinistra, bensì considerati urgenti e vitali da tutti gli italiani. Quanto alla nuova legge elettorale, conviene al Pd quanto a Forza Italia perché ne conferma la assoluta centralità nei due schieramenti. Quello con Berlusconi è un momentaneo accordo di interessi, nulla di più». Elezioni europee: quale risposta ai cosiddetti populismi anti-Ue? Considerando che si prevede una loro avanzata un po’ ovunque. In Italia la Lega di Salvini, Grillo e Fratelli d’Italia sembrano in linea con le posizioni della Le Pen, per ora vincenti (basta vedere il risultato alle amministrative francesi di ieri): è l’unica strada per la destra (sovranità, identità etc)? «Probabilmente anche Forza Italia, oltre a Fratelli d’Italia e Lega, assumerà posizioni populiste, più o meno antieuropeiste. E’ la conferma di una deriva che allontana la destra politica italiana dalla sua tradizione, dalla sua visione di una Europa nazione, potenza politica oltre che economica. Oggi la Ue va fortemente criticata, ma per stimolarla a procedere in fretta verso una maggiore integrazione, non certo per farla regredire. Il discorso è complesso, ma un solo esempio può bastare . Oggi il problema non è l’euro, bensì il fatto che una moneta unica non può prescindere da una unica politica economica e fiscale europea. Quindi per difendere il nostro interesse nazionale serve più integrazione continentale, non un ritorno al passato (magari comprensivo della svalutazione della lira e della inflazione galoppante)». “Liberadestra” in libero stato di quiete o in campo? Ci spiega come intende tornare protagonista della politica? Come pone il suo laboratorio rispetto alla destra presente, ciò che di lei sopravvive o rispetto alla destra che verrà? E’ un problema di uomini, idee, oppure siamo destinati a convivere con l’eterno berlusconismo? «Liberadestra è una associazione politico culturale, almeno per ora. Ha l’obiettivo ambizioso di fornire idee e progetti alla destra politica che ha non tanto il problema della leadership (che pur c’è ma è inevitabilmente destinato a risolversi in breve tempo) quanto l’urgenza di far chiarezza sui contenuti e la strategia della sua azione politica. Se non lo fa, la destra è destinata ad essere minoritaria per molto tempo. Sia perché la sinistra sta radicalmente cambiando (Renzi comunista fa ridere!) sia perché la destra sarà ancora associata dalla maggioranza degli italiani alla difesa di interessi personali e non generali e alla assenza di una cultura della responsabilità oltre che della legalità».

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