mercoledì 15 ottobre 2014

Nessuna gerarchia in campo, spazio alle nuove leve

di Riccardo Fucile
Dopo l’appuntamento del 28 giugno all’Eur, Gianfranco Fini torna a fare il mister lontano dalle telecamere. E come tutte le squadre di calcio per le quali è fondamentale la preparazione estiva, anche quella alla ricerca “della destra che non c’è” non ha riposto le scarpette negli armadietti dello spogliatoio, ma sta organizzando gli appuntamenti con le “nuove leve calcistiche”, alla ricerca di futuri talenti. Contrariamente al passato, il metodo scelto è completamente diverso: in questa fase nessuna struttura piramidale, nessun responsabile regionale, nessuna gerarchia. Al di là della cerchia dei più stretti collaboratori, la scelta è quella di creare una struttura orizzontale dove nessuno reclami la maglia del regista o del bomber, ma tutti si mettano a disposizione del progetto comune. Ad un osservatore esterno non sfugge comunque una maggiore presenza “di riferimento” sul web e sui social, sia attraverso presenze organizzate che di gruppi spontanei. Fini in persona ha scritto una lettera ai singoli partecipanti al meeting dell’Eur, invitandoli a far parte dei vari comitati promotori regionali: chi si renderà disponibile sarà messo “in collegamento” con gli altri per una prima riunione organizzativa paritaria “presieduta” da un “esterno” di altra regione. Obiettivo organizzare il primo raduno della futura potenziale squadra finiana: le assemblee regionali che dovrebbero, nelle intenzioni, essere l’occasione di verifica della partecipazione e dell’interesse a costruire “la destra che non c’è”, nonchè la possibilità di venire a contatto di una nuova futura emergente classe dirigente. La strada tracciata eviterebbe la corsa alle primogeniture e al pericolo di subire eccessive pressione di gruppi e circoli organizzati di area. Ua squadra con gerarchie stabilite finirebbe per relegare subito in panchina eventuali nuovi talenti: questa la filosofia del mister. Solo il tempo e il campo diranno se lo schema di gioco verrà rispettato e porterà i frutti sperati. Perchè l’allenatore conta, ma ancora di più il modulo di gioco, la corsa dei singoli, le illuminazioni del regista e la capacità realizzativa del bomber.

Nessun commento:

Posta un commento