mercoledì 15 ottobre 2014

Offesa al popolo tedesco: l'ultimo, triste atto dell'autunno berlusconiano

di Aldo Di Lello
E' cosa davvero triste assistere all'ultimo atto dell'autunno berlusconiano. Non che ci sia mai stata una primavera radiosa. Ma i recenti, disperati tentativi di recuperare punti sui comunicatori più trendy di lui (Renzi e Grillo), in vista delle europee, fornisco l'estrema pennelleta al ritratto, già inquietante, del personaggio. Quella sporca frase sulla memoria atroce dei lager nazisti, che il popolo tedesco avrebbe ignorato, non è una voce dal sen sfuggita, ma una sconcertante (e ben studiata) mossa mediatica volta ad accreditarsi come l' "antitedesco" per eccellenza, agli occhi di quella parte, esasperata, di elettorato che concepisce le prossime consultazioni per il rinnovo del Parlamento di Strasburgo come una sorta di referendum contro Angela Merkel, la Germania e la stessa Ue. L'ex Cav mirava sicuramente a suscitare l'indignata reazione della politica europea, come è regolarmente avvenuto (né poteva essere altrimenti), con le dure prese di posizione di Angela Merkel, Martin Schulz e Jean Claude Juncker, il quale si è detto "nauseato" per il misero e gratuito attacco berlusconiano. Reazioni, sia detto per inciso, trasformate dal "Giornale" di famiglia nell'ennesimo attacco al leader dei "moderati" italiani da parte della "sinistra" europea. Ma il senso di desolazione rimane. Perché è spontaneo chiedersi che senso politico possa mai avere barattare qualche punto di percentuale in più (ammesso e non concesso, poi, che la sparata sui lager possa effettivamente tradursi, alla fine, in vantaggio elettorale) con la l'ulteriore perdita di credibilità di Forza Italia a livello europeo. Come fanno, ad esempio, a non provare imbarazzo i candidati "azzurri" quando il candidato del Ppe alla presidenza della Commissione dichiara di provare nausea per le dichiarazioni del loro leader e beniamino? Che futuro, che accoglienza, si aspettano mai di trovare nel Gruppo dei popolari europei? Ma tutto ciò a Berlusconi evidentemente non interessa. L'unica prospettiva che realmente lo terrorizza è di finire terzo, distanziato di qualche punto abbondante da Grillo, nelle elezioni europee, trasformate in una sorta di Grand Prix volto a ridefinire i rapporti di forza politici a livello nazionale. Mai come in questo caso, la miseria del calcolo elettorale coincide con l'assenza di scrupoli a livello morale. Perché, diffamare un Paese amico evocando impropriamente e strumentalmente il capitolo più buio della storia europea, è espressione del cinismo più miserabile. E, se è vero come è vero, che le parole, mai come in certi casi, sono pietre, c'è da aspettarsi che questa brutta pagina politica non verrà archiviata, né in Italia né in Europa. C'è da dire che Berlusconi non è il solo a richiamare senza alcun riguardo la memoria della Shoah per motivi di mero marketing politico (chiamiamolo così). Poche settimane fa anche Beppe Grillo è stato autore di una "prodezza" propagandistica che ha egualmente offeso il popolo ebraico. E' stato quando ha aperto il suo blog con un fotomontaggio dell’ingresso di Auschwitz in cui la scritta il "lavoro rende liberi" è diventa la «P2 rende liberi». Il pensiero fastidioso e rattristante è che Berlusconi e Grillo stiano oggi gareggiando a chi riesce meglio ad affondare le mani nel sottofondo limaccioso dell'anima collettiva. L'autunno berlusconiano, ultimo atto di uno "statista" mai nato, è la cornice perfetta di una delle stagioni più infelici della vita politica italiana.

Nessun commento:

Posta un commento