mercoledì 15 ottobre 2014

La destra non vuole simboli, ma essere simbolo

di Annalisa Maregotto
Quando nei giorni scorsi mi sono andata a rileggere la Carta del Carnaro mi sono ritrovata a chiedermi quanti di coloro che si definiscono di destra conoscano veramente i suoi contenuti. Io, nata e cresciuta di destra, a Padova, quando essere di destra era una scelta non una moda, quando essere di destra voleva dire prendere botte e non poltrone, leggendo De Ambris mi sentivo orgogliosa di essere sempre stata di destra, ancora oggi di destra, in una società che ci rimanda un'immagine impietosa di uomini incapaci di modificare una Costituzione del secolo scorso che andrebbe modificata, uomini che quando tentano di proporre riforme riescono nell'intento altrimenti impensabile di far rimpiangere le precedenti, impegnati come sembrano a cercare l'accordo, il compromesso tra destra e sinistra, preoccupati più dei sondaggi e delle percentuali che dei contenuti... Già, ma cosa distingue oggi la destra dalla sinistra? Tralasciando sentieri già percorsi da persone più preparate ed autorevoli di me, secondo cui non vi sono valori differenti, ma solo differenti modi di interpretarli, ritengo, almeno per quanto mi riguarda, che la diversità stia nel modo di affrontare il concetto di uguaglianza. Come affermava Bobbio il concetto di uguaglianza è relativo, non assoluto: tutti gli uomini sono uguali davanti alla morte, ma diseguali nel modo di morire. Al diverso modo di intendere l'uguaglianza naturale si accompagna una diversa interpretazione del rapporto tra uguaglianza e disuguaglianza sociale. Per anni ho dovuto sentire la storiella per cui la destra è dalla parte del padrone e la sinistra è dalla parte del popolo. Basterebbe leggere con attenzione la Carta del Carnaro per ricredersi, leggendovi la capacità di progettare uno Stato fondato sulla centralità del lavoro produttivo, uno Stato garantista capace di garantire un salario minimo, l’assegno per la disoccupazione involontaria, la pensione di vecchiaia e di invalidità, uno Stato basato sulla piena parità dei diritti di uomini e donne: uno Stato sociale, quello del Carnaro, ugualmente distante da capitalismo e comunismo e sicuramente laico, capace di garantire il diritto di professare il proprio credo ad ogni religione ma, al contempo, ben deciso a respingere ogni ingerenza delle chiese e delle religioni nella vita dello Stato. Finisco sempre per sentirmi " colpita e affondata" quando mi confronto con uomini di ieri capaci di essere più attuali di quelli di oggi. Oggi, in particolare, alla destra manca un valido punto di riferimento che sappia fare proprie le aspettative e le attese di un elettorato in crisi d'identità. Trasparenza partecipazione e collaborazione sono le parole chiave che dovrebbero caratterizzare le organizzazioni politiche del XXI secolo. Trasparenza come presupposto di responsabilità e capacità di raggiungere l'obiettivo, come incentivo a operare secondo etica e legalità perchè la politica non si basa su promesse di soluzione, ma su piani concreti che o portano a soluzioni o portano a responsabilità! Partecipazione e trasparenza sono legate tra loro dalla necessità di coinvolgere sistematicamente gli elettori nella progettazione e nell'attuazione dell'azione del partito annullando il gap tra direzione e militanza che risuonava nelle parole di Almirante" la mia gente.." Collaborazione, infine, è il necessario complemento alla partecipazione in quanto i vari gruppi territoriali e tematici non possono restare monadi che non dialogano tra di loro o, peggio, si ostacolano l'un l'altro per questioni di opportunità, ma devono imparare a "fare rete" usando tutti i mezzi a disposizione, senza timore. Immaginare di organizzare un nuovo partito partendo da vecchi simboli e suggestioni è quanto di più sbagliato vi possa essere. Oggi il nuovo fattore aggregante si chiama progettualità ed è solo in presenza di un progetto che abbia obiettivi comprensibili e realizzabili che si può immaginare di coinvolgere i propri aderenti e simpatizzanti. È solo creando e poi proponendo non solo un progetto, ma anche la via per realizzarlo, condividendone il percorso, che potremo diventare interpreti di un'esigenza comune che ora si sta frantumando in una miriade di schegge impazzite! La destra di oggi è una destra imborghesita dal potere, salottiera e autoreferenziale. E’ una destra che si aggrappa al simbolo di ieri sperando il simbolo basti a colmare il vuoto di contenuti ed idee di oggi per domani. Il popolo di destra non vuole simboli, ma essere simbolo di buona politica!

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