mercoledì 15 ottobre 2014

Thank you, Paolo

di Elisa Mauro
La grande bellezza è il nome proprio di Dio, l’esternazione del suo volere. Ci sta implorando di puntare tutto quello che abbiamo, tutto ciò che di buono è rimasto, su di Sé, sull’arte, l’espressione che da muta e trasparente si fa viva, parlante e visiva. La bellezza di Dio si vede, si sente e si riconosce, anche in mezzo ai cataclismi. Si fa oro, dove la povertà, soprattutto culturale e artistica, è il rischio sofferto da gran parte di questa nazione. Abbiamo sentito tutti la sensazione che dà stringere in mano quella statuetta, per la prima volta, dopo tanti anni. Era Paolo Sorrentino a tremare stanotte sul palco degli Academy Awards. Eravamo tutti noi, tutti quelli che vedono nella grande bellezza un giorno in più, la speranza, l’arte che vive ancora e si trasmette, la cultura buona e l’educazione che possono tramandarsi senza compromettere il futuro e la nostra evoluzione,perché non possono più far paura. La creatività. Il genio. Il genio Paolo che, come avesse fretta di tornare a sedere tra i tanti, prende goffamente la parola, ringraziando Toni, Daniela, his brother, his sister, his parents, all producers, all actors, Roma, Napoli, Fellini, un campione, il nostro campione fatto italiano, Diego Armando Maradona. L’orgoglio, allora, si fa corpo, sostanza tangibile. Basta poco e ci sentiamo fieri di quello che siamo, orgogliosi di chi ha fatto in modo che il non-detto, la creatura parziale di una mezza sinossi, di un’idea, diventasse un film, il film straniero nel mondo ma italiano per noi. Italiano come le esternazioni di gioia, le ovazioni che abbiamo prodotto, i sorrisi di Napoli, tra strade malconce e monnezza, la bellezza di Roma, tra il default e la minaccia di una paralisi, tra liti quotidiane e fratellanza, l’Italia, tra mare e Unione europea, tra immensità e imposizioni, tra un Gattopardo e il Giaguaro, tra austerità e conforti, tra mani che si stringono e mani che si menano, tra padri e clientelismo, tra ladri e onesti, tra donne e uomini. Tra giovani contro anziani e tutti contro se stessi. Un’Italia questa che, nei suoi paradossi e nelle sue contraddizioni, fa da scenografia alla gioia, a quel Dio che preghiamo ogni giorno, affinché ristabilisca la sua bellezza, la sua prontezza. La nostra capacità. E, allora, grazie. Grazie per quello che donerai alle nuove generazioni, a chi sogna di essere te, al futuro regista e autore italiano che avrà imparato dalle tue opere, alla onesta morale che stai insegnando con premura, poiché la cultura è una coperta che ripara da questo freddo, grazie perché fai il tuo mestiere, non essendo costretto a fare altro, perché il tuo mestiere, a differenza degli altri, produce molta più ricchezza. Una grande, bellissima, ricchezza eterna. Thank you, Paolo.

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