mercoledì 15 ottobre 2014

Un’impronta italiana alle nuove relazioni transatlantiche

di Federico Romanelli Montarsolo
La visita in Italia del Presidente Obama avviene in un contesto particolarmente proficuo per il rilancio dei rapporti euro – americani, i quali si stanno ripensando alla luce dei negoziati per l’accordo che sancirà la nascita della più grande area mondiale di libero scambio, il Transatlantic Trade and Investiment Partnership (TTIP). Le trattative per il Transatlantic Trade and Investiment Partnership hanno conseguenze e ricadute economiche su tutti i settori di attività del tessuto produttivo italiano. La futura creazione di un’area di libero scambio euroamericana apre importanti spazi di opportunità per il nostro sistema economico. Spazi che da italiani si declinano in europei e che vanno accompagnati con l’elaborazione di politiche volte a promuovere il ruolo dell'Italia nelle relazioni transatlantiche, con un contributo specifico diretto al consolidamento di una nuova governance politica dell’Europa. Il processo di liberalizzazione dei mercati internazionali e la futura creazione di un’area di libero scambio euro-americana rappresentano, peraltro, anche un indebolimento del tradizionale concetto di Stato-Nazione, pilastro sul quale è stata costruita l’Unione Europea del dopoguerra. D’altra parte, lo stesso processo di costituzione di un super-stato d’Europa o anche degli Stati Uniti d’Europa ha dimostrato i suoi limiti e si trova ormai in una situazione di stallo che il pragmatismo americano può contribuire a sbloccare. Inoltre, insieme al Transatlantic Trade and Investiment Partnership euro-americano, il rilancio degli scambi multilaterali per la liberalizzazione del commercio hanno importanti ripercussioni per l’Europa dopo il recente accordo di Bali in sede WTO. Questi accordi aumentano la legittimità dell’UE ad agire come organizzazione regionale dotata di una governance mondiale e dunque come soggetto politico nei confronti degli Stati Uniti o vanno inquadrati in una strategia americana che tende a subordinare il multilateralismo ad un rinnovato unilateralismo di Washington? Infine, la creazione di un’area euro-americana di libero scambio favorisce in prospettiva la costruzione di una nuova “comunità atlantica”, con una sua valenza politica che consenta al mondo occidentale di affrontare con maggiore sintonia ed efficacia i nuovi problemi posti dall'emergere di altri grandi attori globali e di contribuire a stabilizzare le aree “calde” del pianeta. Il rinnovamento di una governance euro-americana ha dunque effetti profondi sul processo evolutivo di integrazione economica, statuale e multilaterale dell’Europa. E’ quanto mai necessario elaborare uno specifico contributo italiano che coniughi questi elementi per rilanciare il ruolo dell’Occidente. Il prossimo semestre di presidenza europea e l’appuntamento dell’Expo nel 2015 rappresentano una storica occasione storica per imprimere un’autentica impronta italiana di fronte alle sfide delle nuove relazioni transatlantiche.

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