mercoledì 15 ottobre 2014

Lasci o dimezzi? Il ricatto barbaro del lavoro

di Elisa Mauro
Electrolux, la multinazionale svedese, vanta la sua produzione di elettrodomestici in ogni continente, sfamando in Italia oltre 5 mila famiglie residenti tra Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, la forza lavoro aziendale più ampia d’Europa, prima anche a quella Polacca (3,875 nel 2012, fonte aziendale) e svedese (2,049 sempre nel 2012). Ma Electrolux non è solo primato industriale, mix d’innovazione e tecnologia, oggi l’industria di Stoccolma è notizia di ricatto barbaro e meschino: accettare uno stipendio a metà o andare a casa. Fonti provenienti dal mondo sindacale dichiarano che presto l’azienda fornirà ai suoi lavoratori un piano magico che permette di dimezzare i costi di produzione, decurtando dall’attuale stipendio, allineato oggi a 1.400 euro, dell’esatta metà, in linea, spiegano le fonti, con quanto percepito dalla manodopera polacca. E mentre anche i sindacati, dal canto loro, minacciano di incrociare le braccia e fare muso duro contro la stessa multinazionale e contro il governo Letta, ora più che mai accusato di indulgenza esterofila e noncuranza interna, ci domandiamo se il ricatto paventato dalle fonti in questione sia parallelo a quanto accade nel resto d’Europa: se anche i salari tedeschi, francesi, svizzeri e svedesi esalati da Electrolux saranno presto in linea con quelli più morigerati polacchi. Scegliere la via obbligata che riduce la vita, cioè la disponibilità a vivere meglio, sembra l’unica strada alternativa alla disoccupazione, e sebbene Electrolux operi in altre zone d’Europa, oltre che del mondo, non si capisce perché, nonostante non sia così difficile immaginarlo, ci si ritrovi costretti solo qui ad ammutinare il processo produttivo a causa di una comunicazione intimidatoria e “aberrante”. Occorre per giunta ricordare che grazie a cavilli legali le multinazionali pagano solo il 5 % sui propri profitti (una bottega artigianale è costretta a pagare il 30% sugli stessi) e che per aumentare la crescita molti Paesi hanno adottato nel loro sistema tributario l’estromissione della doppia imposizione, finendo per legalizzare di fatto lo sviamento dei profitti e l’evasione fiscale. Il finto bivio che ci troviamo davanti come luogo ospitante di un sistema produttivo estero non dovrebbe esistere, perché gretto e infondato. Produrre qui significa accettare di buon grado i soldi e finanziamenti europei, di tutti. Il governo si adoperi a cercare in fretta una soluzione, senza perdere un minuto di più, per non far cedere di fronte ai finti bivi, ai ricatti, alle minacce quel po’ di credibilità che elastica rimane ancora.

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