mercoledì 15 ottobre 2014

Il vizio della sinistra? Non è l'ideologia, ma l'ipocrisia

di Angelo Romano
L’abbraccio di Renzi rischia di essere mortale per l’ex Cavaliere, ben peggiore dell’“abbraccio mortale” di democristiana prassi e memoria. Dopo Bonaiuti, anche Bondi ha abbandonato la nave di Forza Italia con una garbata lettera nella quale si profetizza e si auspica, dopo il “berlusconismo”, l’avvento del “renzismo”, a riprova del fatto che quelli di Forza Italia sono “carismatici” fin nel midollo: o trovano un capo da idolatrare o non sono, le idee sono soltanto un optional tra i meno richiesti. Non sono mancate le solite “fangose” reazioni contro Bondi da parte degli “utili idioti” che circondano “San Silvio” e vivono del suo riflesso nutrendosi del “mana” che da lui promana. Ma dov’erano questi “spiriti liberi” ai tempi delle censure a Fini? Gli Alfano, i Cicchitto, gli Schifani, i Buonaiuti, i Bondi e quanti altri hanno abbandonato il Cavaliere folgorati sulla via “del Dissenso”. Una via aperta, è bene ricordarlo, dal coraggio di Gianfranco Fini, un impervio sentiero trasformatosi in pochi mesi in un’affollata autostrada. Nella rinnovellata visione di Bondi c’è un nuovo grande centro moderato guidato da Matteo Renzi, l’uomo capace di convertire i post-comunisti al liberalismo. Quanta miopia! I post-comunisti, checché ne pensino Bondi e il Cavaliere, non sono più tali dai tempi di Berlinguer e si sono convertiti alle gioie dell’opulenza consumistica già da decenni. Il problema della sinistra, in particolare di quella italiana, è culturale e non ideologico. Essa divide ancora la nazione in amici e nemici, in protetti e reietti, ritiene che gli interessi che rappresenta sono superiori a quelli degli altri, si arroga una supremazia morale che non ha, è pronta a scaricare sullo Stato ogni sorta di costo improprio, criminalizza il possesso, propugna la delazione e l’odio civile, infligge al nemico sconfitto sempre le forche caudine e mai gli riconosce l’onore delle armi, è pronta a piegare la legge e sempre a chiudere un occhio per favorire o coprire i suoi “protetti” ed a predicare l’inflessibilità verso tutti gli altri, è incline alle doppie verità, al condizionamento culturale, ad infiltrare istituzioni e formazioni sociali affinché diventino funzionali ai suoi scopi. Uno tra i tanti esempi: le “riforme Bassanini”. Ufficialmente furono un atto di modernizzazione della Pubblica Amministrazione, in realtà consentirono di scaricare sul groppone dello Stato, in particolare degli Enti locali, i costi e gli uomini dei grandi apparati di partito (soprattutto diessini). Tutti quegli uomini sono diventati dirigenti a contratto, amministratori di inutili partecipate, assessori e staffisti per poi essere “stabilizzati” con concorsi cuciti su misura, quando non per il possesso di titoli e master conferiti agli amici da Facoltà e professori “protetti” e compiacenti. Quelle riforme portarono al tracollo della finanza pubblica locale ed ai conseguenti e reiterati aumenti dell’imposizione locale che i cittadini dolorosamente pagano. Matteo Renzi è uno che ha scelto di stare nella sinistra italiana condividendone i fondamenti culturali ed i suoi primi atti da Capo del Governo lo dimostrano: gli ottanta euro ai “protetti” e non ai precari o agli esodati, una riforma elettorale dirigista, un primo tassello di riforma istituzionale che, trasformando il Senato in dopolavoro per i Consiglieri regionali, rafforza enormemente il potere della Camera e della casta dei Deputati. Una Camera che, grazie alla maggioranza bulgara garantita dall’omonimo premio ed alla fedeltà garantita dei nominati nelle liste, garantisce l’uniformità di comportamento e di pensiero. E’ questa l’Italia che piace a Bondi? Noi non ci stiamo, abbiamo una diversa cultura. Per noi i cittadini sono tutti uguali, non solo davanti alla legge, con pari diritti e doveri. La nazione è una: generosa, solidale, equanime e l’interesse di ciascuno va rispettato e contemperato con l’interesse di tutti. Crediamo che la supremazia morale vada guadagnata sul campo con i comportamenti esemplari e siamo per la collaborazione civile, per l’armonia sociale. Trattiamo la cosa pubblica con la stessa attenzione e rispetto che riserviamo a ciò che ci appartiene e non vogliamo vergognarci di ciò che possediamo, purché conseguito con mezzi leciti. Non amiamo i delatori ed i seminatori di odio civile, all’avversario valoroso e sconfitto concediamo sempre l’onore delle armi. Crediamo che la legalità è un valore e mai piegheremmo la legge ai nostri interessi o per proteggere gli amici degli amici. Per noi la verità non è mai doppia anche quando è amara. Amiamo il pensiero libero e rispettiamo chi non la pensa come noi. Vogliamo istituzioni libere da condizionamenti e infiltrazioni dedite soltanto al bene comune.

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